L'Inghilterra è la nazione più potente all'inizio del 1800, ciò
dovuto a ragioni economico-commerciali e alla stabilità politica. La
figura del monarca infatti è affiancata dal Parlamento: Camera dei
Lord e Camera dei Comuni. Dal 1865 la politica inglese vede al
governo la coalizione tra conservatori e liberali. Questa attua una
serie di riforme: vi è un ampliamento del diritto di voto;
ammodernamento dell'esercito, che diventa di massa; è sancita la
libertà sindacale e di sciopero. Grazie alla concessa legislazione
sociale il socialismo rivoluzionario non ha margine di consenso, né
di azione. Nel 1886 si presenta un'occasione di dissenso; Gladstone
vara l'Home Rule Bill, tentando la riforma agraria anche in Irlanda.
All'interno dello schieramento liberale avviene la scissione tra
secessionisti, che vogliono l'indipendenza dell'Irlanda
dall'Inghilterra, e unionisti. Dal 1886 al 1906 governano assieme i
liberali unionisti e i conservatori. La situazione economica europea
è particolare: la concorrenza tra imprese e tra stesse nazioni è
marcata e diviene difficile per l'Inghilterra commerciare con altri
Paesi, che hanno imposto alte tasse doganali. Chamberlain, ministro
per le Colonie, mette in pratica una politica protezionistica
attraverso una tariffa imperiale, sconvolgendo così la classica
tradizione liberoscambista inglese. Proprio a causa di questa mossa
le elezioni del 1906 sono vinte dai liberali, che non avevano
appoggiato il progetto, insieme al Partito laburista. Il cambio di
rotta al governo si concretizza in una meno aggressiva politica
coloniale ed un mirata legislazione sociale. La svolta notevolmente
liberale è vista con avversione dalla Camera dei Lord, che nel 1909
respinge il bilancio preventivo presentato dal governo. Scoppia uno
scontro all'interno del Parlamento, che si conclude con la vittoria
del governo liberale e la riduzione del potere di veto dei Lord, nel
1911.
La Germania, sottto la guida della Prussia, dal 1850 diviene una
forte nazione e all'inizio del Novecento si presenta come la più
potente in Europa. Il suo primato è dovuto all'accurata politica
interna, denominata “Kulturkampf” ed alla fitta rete di alleanze
tra Paesi europei. Tra il 1871 e il 1878 Bismarck cerca di affermare
il carattere laico dello Stato e annientare il Zentrum, il partito
cattolico tedesco, per mantenere l'assoluto controllo dello Stato. Vi
è un intervento del governo nell'economia: il protezionismo e le
commesse per l'esercito rafforzano le neonate industrie e favoriscono
la nascita di nuovi settori quali la metallurgia, la siderugia,
l'elettrico e il chimico. Dal 1875 il cancelliere ha un nuovo nemico:
il socialismo; il neonato partito socialdemocratico rischia infatti
di far insorgere il popolo. Egli attua una politica di stampo
paternalistico volta all'educazione del popolo e concede una
legislazione sociale. Dal momento in cui l'SPD diviene una realtà
considerevole all'interno della vita politica tedesca, Bismarck si
dimette. L'equilibrio che aveva ottenuto la Germania a livello
internazionale si rompe. Guglielmo II, consapevole della potenza
economica del Paese, mette in atto la “Weltpolitik”, una politica
estera aggressiva che tenta l'assetto geopolitico della Germania e di
modificare la distribuzione mondiale delle risorse per l'industria.
La Francia autoritaria e fortemente accentratrice di Napoleone III
punta al prestigio nazionale ed estero. La Parigi della Bella Epoque
è un'altra rispetto a quella della Rivoluzione Francese. Sono
costruiti ampi boulevard, un nuovo sistema fognario e quattro nuove
stazioni ferroviarie. Ora è possibile camminare sopra i ponti sulla
Senna ( anche se la polizia francesce controlla attentamente le
strade) , trovarsi la sera nei caffè parigini, vivere in maniera più
agiata e spensierata, come nel film “Midnight in Paris” di Woody
Allen ( ovviamente solo i borghesi posso permettersi un discreto
tenore di vita). Dopo la sconfitta subita contro la Prussia, però,
da marzo a maggio del 1871 si instaura a Parigi la Comune, un
autogoverno rivoluzionario che emana provvedimenti egalitari e
democratici. Questa esperienza è bloccata dall'azione repressiva
delle truppe francesi e tedesche e nel 1875 è istituita la Terza
Repubblica. Il governo di Ferry è orientato al colonialismo e
all'anticlericalismo e si dimostra corrotto e antisemita. Nel 1894,
infatti, il capitano dell'esercito francese, l'ebreo Dreyfus, è
accusato di spionaggio per conto della Germania, mentre la politica e
l'opinione pubblica si spaccano. Viene condannato, colpevole
soprattutto di essere ebreo, e solo tramite atto di grazia del
presidente della Repubblica fu riabilitato nell'esercito. Nel 1906
vince le elezioni la coalizione repubblicana, che comprende un
esponenente socialista. Il nuovo governo si impegna in una battaglia
contro il potere del clero, sostenendo la separazione tra Stato e
Chiesa e promuovendo importanti riforme sociali.
Gli anni tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900 sono ricchi di
cambiamenti e di avvenimenti che non possono essere ridotti e
semplificati con sintetiche espressioni.“Belle Epoque” non è da
intendere come definizione assoluta e generalizzata di benessere di
un'intera epoca, ma come insieme di nuove caratteristiche ( crescita
industriale, sviluppo delle città e del divertimento borghese) che
si manifestano contemporaneamente a perenni tensioni interne e
internazionali crescenti. Non si dimentichi che nel 1914 scoppiò la
Grande Guerra.
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